Come si fa ad essere felici? Filosofi e pensatori, scrittori, religiosi, artisti si sono posti questa domanda sin dalla notte dei tempi. La risposta di oggi viene da un filosofo latino, Seneca, che abbiamo “disturbato” già diverso tempo fa, vi ricordate?
L’autore spiega il suo concetto di felicità nel De vita beata, un volumetto di poche pagine e di facile lettura che, in alcuni punti, ci riporta alla mente suggerimenti della moderna psicologia e precetti di filosofie oggi sicuramente più note al pubblico rispetto a quelle latine antiche, come per esempio il buddhismo.
Ecco alcuni consigli pratici: l’autore di I secolo, sempre così attuale, ci suggerisce per esempio di cercare dentro noi stessi un obiettivo, di fissarlo e di perseguirlo con impegno e con fatica, se necessario.
“Sino a quando vagheremo a caso, non seguendo una guida ma ascoltando lo strepito delle voci discordi che ci spingono in direzioni diverse, la nostra vita, già di per sé breve, si consumerà in questo andare errabondo, anche se ci impegniamo giorno e notte animati dalle migliori intenzioni.Fissiamo dunque bene la meta e scrutiamo attentamente il modo per poterla raggiungere, magari con l’aiuto di un esperto che abbia già intrapreso ed esplorato il cammino che stiamo per affrontare, perché questo non ha nulla a che vedere con tutti gli altri […]: qui sono proprio le strade più battute a trarci in errore”.
Seneca ci ricorda poi che rabbia e paura sono i principali ostacoli alla felicità e che invece una mente pacata, serena, equilibrata (ci verrebbe da dire “meditativa”) risulta l’alleata migliore per affrontare tutti i momenti della vita, anche quelli negativi, senza per dere la propria centratura.
“Felice è dunque quella vita che si accorda con la sua propria natura, il che è possibile solo se la mente, in primo luogo, è sana, ma sana sempre, poi se è forte ed energica, decisamente paziente, capace di affrontare qualunque situazione, interessata al corpo e a quanto lo riguarda ma senza ansie e preoccupazioni, amante di tutto ciò che adorna la vita ma con distacco, disposta a servirsi dei doni della fortuna, ma senza farsene schiava. […] Una volta eliminate tutte le cause di irritazione e di paura, ne conseguono una calma interiore e una libertà ininterrotte…”
Infine il filosofo ci ricorda che che tra il perseguimento di una una mente pacata e sana e del puro piacere del corpo vi è una enorme differenza: la prima è durevole e si accresce, il secondo finisce quando arriva al proprio culmine. E poi:
“Quando uno è schiavo del piacere, lo è anche del dolore e non c’è schiavitù più dannosa che nel soggiacere ora all’uno, ora all’altro di questi due tirannici e capricciosi padroni. Bisogna quindi liberarsene e l’unica via sta nell’indifferenza di fronte alle mutevoli vicende della sorte…”
E a chi la serenità della mente sembra irraggiungibile, sembra “troppo”, a chi pensa che per le parole dei filosofi non siano fatte per le persone normali, trascriviamo le parole più umane e sagge del libro:
“Io non sono saggio e aggiungo che non lo sarò mai. Non pretendete dunque che io sia uguale ai migliori, chiedetemi solo di essere migliore dei cattivi: è già un passo avanti se riesco a togliere ogni giorno qualcosa ai miei difetti e biasimare i miei errori”.
Un libro che consigliamo a chiunque desideri lavorare su di sé, approfondire la saggezza antica e comprendere maggiormente le correnti filosofiche “più battute” oggi.
Lucio Anneo Seneca
De vita beata – L’arte di essere felici
Newton Compton editori
0,99 euro