10 consigli per ridere

Smiling cat

Lo sa benissimo chi si occupa, per esempio, di yoga della risata o di terapia del sorriso: ridere o sorridere fa bene alla mente e all’anima, ci rasserena e ci aiuta ad affrontare meglio le avversità della vita. E migliora la salute!

A conferma ulteriore di ciò, è uscito un recente studio, presentato all’Experimental Biology Meeting di San Diego e ripreso dai neuropsicologi di Assomensana.

Gli scienziati che hanno condotto la ricerca sono partiti dal presupposto che un eccesso di cortisolo, ossia l’ormone dello stress, nel sangue comporti, dopo una certa età, disturbi dell’apprendimento e della memoria.

Per effettuare lo studio, sono stati selezionati due gruppi di adulti: uno di persone sane e l’altro di soggetti affetti da diabete. Tutti i partecipanti hanno guardato un video divertente della durata di 20 minuti ogni giorno, mentre un gruppo di controllo non l’ha fatto. I risultati: i diabetici che hanno visto i filmati comici hanno mostrato una maggior riduzione dei livelli di cortisolo nel sangue rispatto agli altri, mentre gli spettatori hanno verificato un miglioramento nei test di memoria. Gli appartenenti al gruppo di controllo, infine, non hanno manifestato miglioramenti rispetto a tutti i parametri presi in esame dalla ricerca.

Ridere si è quindi dimostrato molto utile per godere di un buono stato di salute e ristabilire una visione positiva della vita.

Il professor Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente di Assomensana, dà alcuni consigli per essere più sereni. Ecco i suoi 10 “esercizi per sorridere”:

1. abituarsi a trovare almeno due spiegazioni “alternative e bizzarre” ai diversi eventi;

2. giocare a eliminare dal proprio lessico le parole negative come “no”, “non”, “senza”, “nessuno”, “negativo”, “pochino”, “dramma”, “disastro”, “tragedia” ecc. e cercare di spiegare lo stesso concetto utilizzando un linguaggio costituito da parole dal contenuto positivo come “certamente”, “con piacere”, “grande”, “favorevole”, “d’accordo” ecc.;

3. rievocare una situazione divertente e ripensarla nei minimi dettagli, ricordando anche come ci si sentiva in quei momenti, senza fare altre riflessioni o esprimere giudizi;

4. guardarsi allo specchio e fare cinque facce strane, mantenendole per 10 secondi ciascuna;

5. mettere una matita tra i denti e guardarsi allo specchio per 20 secondi (l’attivazione della muscolatura facciale, costretta ad assumere l’atteggiamento del sorriso, è sufficiente per comunicare al cervello che stiamo sorridendo, modificando positivamente lo stato d’animo);

6. circondarsi di persone positive e divertenti, giocando ad assecondarle, entrando in sintonia con il loro modo di esprimersi;

7. quando si guarda una fotografia, immaginare tre possibili interpretazioni buffe che possono spiegare la situazione rappresentata;

8. scegliere una parola e associarvi cinque caratteristiche positive;

9. guardare il bicchiere “mezzo pieno” (in realtà il bicchiere è sempre pieno: oltre al liquido, l’altra metà è riempita dall’aria!);

10. ricordarsi che le persone con un buon umore, ottimismo ed emozioni positive vivono di più e si ammalano di meno!

Colazione da re e l’ansia se ne va… o quasi – Intervista a Luca Avoledo

uovaAnsia e stress: un’alimentazione corretta e un po’ meno dolce sono fattori indispensabili per tenere a bada questi due “mostri” del nostro tempo. Parola di Luca Avoledo, naturopata esperto di ecologia del corpo, alimentazione e salute naturale, incontrato durante l’ultimo OlisFestival. Ecco cosa ci ha raccontato

Qual è il legame tra ansia e stress da una parte e cibo dall’altra?
Il cibo è in grado di interferire positivamente con la nostra produzione ormonale, in particolare con la produzione di insulina. Secondo diversi studi, i livelli di glicemia che l’insulina va a riequilibrare sono correlati a tutta una serie di squilibri di carattere chimico, interferendo anche con altri ormoni, come l’adrenalina. Quando si abbassano troppo gli zuccheri nel sangue, il corpo si ferma e produce cortisolo: in pratica ha la stessa reazione di stress che manifesta di fronte a un pericolo. L’alimentazione italiana, molto ricca di carboidrati, innesca questo tipo di conflitti glicemici e quindi favorisce anche tutta una serie di manifestazioni psicologico emotive come lo stress, l’ansia, l’insonnia. E’ ovvio che non si possono curare le forme d’ansia molto gravi solo cambiando l’alimentazione, però il fattore alimentare è imprescindibile e addirittura esistono alcune forme d’ansia che hanno un carattere esclusivamente alimentare.

Quindi chi per consolarsi ha l’abitudine di consumare dolci fa un errore doppio?
Senza dubbio. C’è la tentazione di cercare una compensazione nello zucchero, ma l’effetto benefico è di breve durata: dopo l’intervento dell’insulina nel sangue, gli zuccheri tornano a un livello bassissimo e noi quindi torniamo a cercare nuovi dolci. Inneschiamo un circolo vizioso, la cosiddetta fame nervosa: cerco dolci, mi soddisfano per un po’, poi quando l’effetto finisce cosa vado a cercare? Non certo proteine, ma… nuovi dolci!

La nostra colazione è abitualmente dolce… ci dai qualche consiglio?
Una colazione molto dolce è sicuramente sbagliata; mangiare qualcosa di dolce no, nel senso che la mattina è sicuramente il periodo meno negativo della giornata per questo tipo di alimenti. E’ molto importante evitare una colazione sempre dolce: l’italiano medio al mattino mangia solo biscotti, brioches e merendine… Dobbiamo capire che si tratta di un momento importantissimo anche per riuscire a gestire bene ansia, stress e stanchezza: deve essere abbondante e varia, fatta di cibi sani, compresi i cibi proteici. Non sto ovviamente suggerendo di mangiare il brasato con la polenta di primo mattino… però possiamo imparare dagli americani, dagli inglesi o dai tedeschi: facciamo una colazione salata, che non vuol dire con tanto sale, ma con qualche alimento proteico. Mangiamo tanto e in modo sano, con cereali integrali – per esempio se il pane è fatto in casa è meglio, possiamo variare con più facilità – introduciamo sempre una fonte proteica nobile e prendiamo in considerazione le uova… per il primo pasto della giornata sono perfette!

Parli spesso dell’importanza di ridurre progressivamente, dalla colazione alla cena, la quantità di cibo che ingeriamo durante il giorno: anche questo consente di gestire meglio gli stati di ansia e stress?
Certo, influisce profondamente. Secondo tanti studi, fare una colazione ricca, un pranzo per così dire “normale” e una cena leggera è il metodo migliore per rispettare la nostra normale produzione di ormoni (compresa l’endorfina, ormone del benessere) e anche per gestire al meglio le situazioni stressanti e di stanchezza… ecco perché curare l’alimentazione è davvero importante per il nostro benessere psicofisico.

Per saperne di più su questi temi, potete cliccare su questo link.

Manuale di un monaco buddhista per liberarsi dal rumore del mondo

Matsumoto, Keisuke - 2011 - website

Chi dice che i libri seri debbano essere scritti in modo “serioso”? Questo è vero soprattutto per il manualetto che vi segnaliamo oggi, scritto da un giovane monaco giapponese, che ci ricorda come recuperare la serenità interiore.

Keisuke Matsumoto ha 34 anni, una laurea in letteratura all’università di Tokyo e un MBA all’Indian School of Business, una moglie e un figlio. E sì, è anche un monaco buddhista, il primo che nel 2003 ha aperto un blog tutto suo (se siete in grado di leggere il giapponese, potete consultarlo cliccando qui ).

Non è il primo monaco a scrivere dei libri (il Dalai Lama, come sapete, ne ha scritti tanti); forse, però, è il primo ad averli scritti in uno stile così pratico, immediato e leggero. Il che li rende, oltre che utili, anche di piacevolissima lettura.

In questo manuale di 208 pagine, Keisuke ci ricorda che siamo quotidianamente sommersi dai rumori, provenienti sia dal mondo esteriore, sia da quello interiore:”Apriamo gli occhi al suono della sveglia, ascoltiamo musica in macchina o sui mezzi pubblici, mentre dal taschino o dalla borsa esce spesso il suono del cellulare. In città risuonano i clacson delle automobili, le sirene della polizia, in casa lo stereo e il televisore. Siamo circondati da un turbinio di rumori. Ma non esistono solo quelli esterni: ci sono rumori che emergono dal nostro mondo interiore, come la gelosia o l’attaccamento ai beni materiali, che mettono a repentaglio la tranquillità dell’anima.”

Con 37 consigli pratici (tra cui troviamo ad esempio la meditazione o anche recarsi di tanto in tanto in un luogo tranquillo per rigenerarsi), il giovane monaco ci aiuta a riappropriarci del silenzio interiore, unico strumento per garantirci la serenità dell’anima.

Un bel libro e buon regalo, per se stessi o per gli altri.

Keisuke Matsumoto
Manuale di un monaco buddhista per liberarsi dal rumore del mondo
Vallardi edizioni
Euro 12,50

L‘account Twitter di Keisuke matsumoto è anche in inglese.

Natale – 5 consigli per sopravvivere alle riunioni di famiglia

homerEcco, arrivano le feste e il Natale, con la tanto attesa “riunione di famiglia”, è alle porte. Per tanti si tratta di un motivo di gioia, un’occasione per riabbracciare persone che si vedono solo una volta l’anno. Per alcuni, invece, confrontarsi per un’intera giornata con genitori, figli, fratelli, sorelle e parenti di ogni genere è fonte di ansia e stress. Come sopravvivere? Abbiamo provato a scrivere qualche consiglio… “politically uncorrect”!

1- Predisponete l’animo
Partire negativi non serve a nulla, anzi peggiora la situazione: se la vostra “profezia” è quella di trascorrere un pessimo Natale o di litigare, state pur certi che succederà. Predisponete allora l’animo a pensieri positivi, lasciate a casa i pregiudizi e soprattutto cercate di stare nel “qui e ora”, assaporando profumi, colori, momenti piacevoli… forse le feste di quest’anno potrebbero stupirvi!

2- Prendete altri impegni
E’ una soluzione un po’ drastica che potrebbe esporvi a molte critiche, ma potrebbe risultare davvero efficace. Per esempio, se avete la tradizione di trascorrere insieme al parentado sia la notte della vigilia, sia il pranzo del 25, trovate il modo di saltare uno dei due: in questo modo dimezzerete lo stress che deriva dall’incontro con parenti con cui non avete rapporti idilliaci o con cui avete appena litigato… Oppure, create una alternativa: organizzate una “controfesta” coi vostri amici più cari e andate via presto da quella “ufficiale”.

3- Evitate i discorsi-trappola
Ognuno di noi ha degli argomenti che preferirebbe non affrontare e almeno un parente in grado di toccare proprio quel nervo scoperto che potrebbe, nella migliore delle ipotesi, metterci di cattivo umore e nella peggiore, indurci a litigare. Se avete una nonna, tanto carina, che però vi stressa perché siete ancora single o un cugino, simpatico e in gamba, che pretende di sapere tutto sulla ricerca di un lavoro che non trovate, tentate, con garbo, di sviare il discorso, portandolo su un terreno “neutro” (per esempio l’ultimo libro che avete letto). Se il parente in questione proprio non demorde, spiazzatelo con una battuta divertente e rideteci su.


4- Attenzione ai regali “scomodi”
Se quello che vi crea stress è la ricerca dei classici regali “di convenienza”, quelli che non si possono non fare, ma che non avete alcun interesse a fare davvero, non fateli. Potreste spendere la quota corrispondente in beneficenza (cosa che non fa mai male), e dire che invece di regalare “cose”, per una volta avete preferito regalare “anima”. Chissà, magari i parenti vi ringrazieranno!

5- Ritagliatevi uno spazio solo vostro a fine festa
Ricordate: tutte le giornate hanno una fine. Anche la peggiore di esse. Ritagliatevi dunque uno spazio tutto vostro, un rituale di cui poter godere a festa finita e in cui poter recuperare il vostro silenzio interiore. Potete mettervi a meditare, preparare un bagno rilassante, sorseggiare una tazza di tè, guardare il vostro film preferito, uscire per una passeggiata: non importa quale sarà il vostro rituale, l’importante è che dedichiate del tempo solo a voi stessi, per riprendervi dalla giornata e recuperare il vostro centro.

Speriamo che i nostri consigli, per una volta, non vi servano e vi auguriamo uno splendido Natale di amore e armonia con i vostri cari!

Redazione

Quando la crisi è sotto l’ombrellone

crisi estivaForse è il caldo, o forse è il miraggio delle vacanze che sempre più si avvicinano, regalando qualche meritato giorno di riposo dal lavoro. Fatto sta che l’estate ha, esattamente come la fine dell’anno, il potere di far sentire alle persone che qualcosa nella loro vita non è “a posto”, fa stilare bilanci e desiderare di ripartire a settembre in modo diverso…

Che si tratti di esigenze reali e profonde o forse solo di momentanei “capricci” dovuti alla stanchezza e allo stress, l’attesa e temuta “crisi esistenziale estiva” è comune a molti individui. La sua caratteristica è quella di far guardare prima indietro, passando in rassegna quello che si è realizzato durante i quasi dodici mesi che separano dalla vacanza precedente, e poi in avanti, al futuro, facendo ripromettere di cambiare tutto quello che, fino a questo momento, non è andato nel “verso giusto”.

In genere questa crisi fa mettere in discussione vari aspetti della vita, dal lavoro che si svolge alla relazione col partner: ci si può sentire insoddisfatti, inadeguati, stanchi, strssati, senza abbastanza spazio per esprimere se stessi e soffocati dagli obblighi, dagli impegni presi e dalle richieste altrui. Oppure si può pensare di non aver combinato abbastanza, si vuole rivoluzionare tutto, si fanno paragoni con le vite di parenti e amici e e si stimano negativamente la propria storia d’amore o il proprio lavoro. La sensazione è quella di aver perso la bussola e di stentare a recuperare la rotta.

Che fare per ritrovare la strada e “resettare” la mente?

1- Staccare.
Il modo migliore per capire se l’insofferenza dipende da esigenze serie o solo da stanchezza e capricci è staccare completamente, per qualche giorno, dal lavoro e dalla solita routine. Vuol dire per esempio spegnere il telefono ed evitare di ricevere costantemente e-mail se siete in vacanza. La vacanza è vacanza, è fatta apposta per ricaricare il cervello. Se non si hanno a disposizione delle ferie, bisognerebbe cercare di prendersi almeno dei week end tutti per sé: va bene anche una domenica in bici, rigorosamente senza portare appresso lo smartphone…

2- Smettere di fare paragoni.
Perché dovrebbe essere rilevante che la vostra amica del cuore abbia una storia d’amore favolosa o che il vostro compagno di banco del liceo abbia una carriera più fulgida della vostra? Il vostro percorso è solo vostro, ciascuno ha cose diverse da imparare. Pensate a quello che voi volete realizzare, quello che vi fa stare bene.

3- Recuperare il proprio centro.
La vostra vita è solo vostra, quindi siete voi a decidere cosa vi fa felici e in che modo dimostrare a voi stessi che vi volete bene. Può sembrare un discorso egoista, in realtà è vero il contrario: se voi vi sentite centrati e sereni, anche le persone attorno a voi sentiranno la vostra energia positiva. Se non state bene, trasmetterete questo stato d’animo anche a chi vi sta accanto. Ristabilite quindi il vostro spazio, evitando di farvi sommergere.

Potete:
meditare pochi minuti al giorno;
– decidere un’ora della giornata in cui vi occuperete solo di voi stessi;
dire di no: dire sempre di sì alle esigenze altrui, significa dire molti no alle proprie. Dire sì a voi stessi vi permette di recuperare energie…
restare in “ascolto”, senza affannarvi a cercare soluzioni. Più cercate di controllare tutto, più le risposte vi sfuggiranno di mano. Lasciate andare le domande e.. aspettate.

Il Centro dell’Essere