Chi è il Dalai Lama?

Domani arriva il Dalai Lama a Milano per due giorni di insegnamenti al Forum di Assago. Ma quanto ne sappiamo sui Lama? Ripassiamo la storia…

Chi è un Lama?
Il termine deriva dal tibetano bla-ma, che significa “maestro”.

Che religione professano i Lama?
Le figure dei Lama appartengono a tutte le forme di Buddhismo Vajrayana, sviluppatosi in Tibet agli inizi dell’VIII secolo grazie al monaco indiano Padmasambhava. Il religioso fondò qui la scuola di rNin-ma-pa, che in tibetano significa “antico ordine”, e venne nenerato in qualità di rinpo-tse (rinpoche), “il prezioso”. Il Buddhismo Vajrayana è diffuso anche in Buthan, Nepal, Ladakh, Manciuria, Mongolia, Sikkim e Cina del Nord.

Quante scuole esistono/sono esistite?
Prevalentemente due, quella dei “berretti rossi”, dell’ordine di Sa-skya-pa, che ha avuto potere religioso e temporale in Tibet dall’XI al XIV secolo, e quella dei “berretti gialli”, dGe-lugs-pa. La seconda, che ha arrestato il processo di decadenza del Buddhismo Vajrayana iniziato col regno dell’imperatore Qubilai Khan, aveva i suoi centri nevralgici nel monastero di Lhasa, sede del Dalai Lama, e in quello di Tashilumpo, residenza del Panchen Lama. Il fondatore dei berretti gialli (così chiamati per il colore delle loro vesti) è Tson-kha-pa.

Chi è il Dalai Lama?
E’ la reincarnazione di dGe-‘dun-grub, discepolo prediletto di Tson-kha-pa insieme a mKhas-grub-rje. Il suo nome in tibetano signifiva “Maestro Oceano”, tradotto in italiano con “Oceano di saggezza”. Secondo la tradizione, entrambi i discepoli sarebbero ascesi al cielo insieme al loro maestro dinanzi al proprio popolo. Vissuti nel XV secolo, sono considerati Bodhisattva, esseri illuminati che continuano a reincarnarsi su questa terra. La reincarnazione di mKhas-grub-rje è detta Panchen Lama. Entrambi, al momento della morte, hanno la facoltà di reincarnarsi in un neonato e di essere poi riconosciuti dai monaci del loro seguito attraverso segni particolari. Dal 1578 quello di Dalai Lama è il titolo più alto della gerarchia ecclesiastica tibetana.

Il XIV Dalai Lama
E’ quello che tutti conosciamo, Tenzin Gyatso. Nato nel 1935, fu riconosciuto nel 1937. Nel 1959 è stato costretto a fuggire da Lhasa a causa dell’occupazione cinese del Tibet, iniziata otto anni prima. Da allora, Tenzin Gyatso è il primo Dalai Lama a vivere in esilio a tempo indefinito; vive in India, a Dharamsala, con altri 120.000 tibetani. Convinto assertore della nonviolenza, ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1989; promuove il dialogo tra le diverse religioni e il rispetto di tutte le creature viventi. In tempi recenti ha annunciato che nell’ultimo periodo della sua vita intenderà ritirarsi al Monastero di Tabo, il più importante del Buddhismo tibetano fuori del Tibet.

Le religioni sono tutte sorelle

Alcuni insegnanti di religione e ancora molti catechisti, quando devono spiegare il Cristianesimo ai più piccoli, vanno alla lavagna e disegnano col gessetto tanti omini, sotto cui scrivono il nome di diverse religioni e poi disegnano delle frecce che, partendo da queste figurine, vanno verso l’alto e puntano tutte verso la parola “Dio”. Da questa, infine, fanno scendere una freccia che guarda verso il basso e che punta verso l’ultimo individuo del gruppo, sotto cui scrivono la parola “Gesù”. Con questo metodo, si insegna ai bambini che la religione cristiana è migliore perché è stata rivelata da Dio stesso attraverso Cristo, mentre le altre sono solo un pallido tentativo di raggiungere la divinità, in modo “sbagliato”.

Cosa ha a che fare questo esempio con il libro pubblicato nel 2010 dal tibetano buddhista Tenzin Gyatso, Sua Santità il XIV Dalai Lama? In realtà, molto. All’inizio del testo, si legge che anche colui che è diventato uno dei massimi esponenti del dialogo interreligioso mondiale riteneva che il Buddhismo nella sua versione tibetana fosse la migliore e più perfetta forma di religione del pianeta e che nessuna altra tradizione avrebbe potuto competere quanto a profondità di pensiero. Poi, una notte del marzo 1959, Tenzin Gyatso è costretto ad abbandonare il suo palazzo di Lhasa a causa dell’occupazione cinese, travestito da comune monaco, e a recarsi in India, dove continua tuttora il suo esilio.

Lasciare dietro di sé la sua “zona di comfort”, sia fisico che spirituale, e trasferirsi nel subcontinente indiano, un luogo in cui convivono numerosissime tradizioni religiose, ha paradossalmente dato la meravigliosa opportunità al Dalai Lama di studiare le altre fedi, di conoscerne i leader e di incontrare altre persone dedite al dialogo interreligioso.

In questo mondo sempre più globalizzato, secondo il monaco la sfida più grande è quella della coesistenza pacifica tra i popoli: per garantire la sopravvivenza dell’umanita è perciò fondamentale trovare punti di contatto e di confronto, al fine di evitare conflitti che troppo spesso utilizzano la causa religiosa come scusa ufficiale.

Nel libro, dunque, il Dalai Lama analizza le principali tradizioni religiose (Cristianesimo, Ebraismo, Islam, Induismo, Buddhismo) e trova che tutte abbiano in comune un valore etico importante: la compassione, ossia il tentativo di comprendere le sofferenze altrui e farsene carico. Come spiega l’autore, tutte le fedi annoverano tra i loro dogmi quello di astenersi dal male, provare empatia per gli altri esseri umani e sperimentare l’altruismo. Con questa consapevolezza, persone appartenenti a diverse confessioni possono, pur avendo visioni diverse, rispettarsi e presino comprendersi ed apprezzarsi vicendevolmente, elevando lo stesso senso di umanità.

Un libro da tenere sul comodino come promemoria di pace e rispetto.

Dalai Lama
Le religioni sono tutte sorelle
Sperling & Kupfer

Il Dalai Lama a Milano – 27-28 giugno

Gli insegnamenti del XIV Dalai Lama al Mediolanum Forum di Assago (MI). Sua Santità Oceano di Saggezza (traduzione di Tenzin Gyatso) ha infatti accettato l’invito del centro buddhista Ghe Pel Ling e sarà a Milano per due giorni di incontro col pubblico meneghino a fine giugno

L’evento è reso possibile grazie agli sforzi e all’interessamento del Ven. Thamthog Rinpoche, attuale abate del Monastero di Namgyal, in India, e guida spirituale dell’Istituto Studi di Buddhismo Tibetano Ghe Pel Ling. I milanesi potranno di nuovo incontrare il Capo spirituale dei tibetani in esilio ed ascoltarne le parole di pace, di unione e comprensione tra i popoli.

PROGRAMMA
27 giugno: la giornata sarà dedicata al commento del testo di Lama Tzong Khapa “I Tre Aspetti Principali del Sentiero”, un testo breve, ma di straordinario contenuto che introduce al pensiero buddhista mahayana.

28 giugno, mattina: Sua Santità conferirà l’iniziazione di Avalokitesvara, che è la manifestazione della Compassione universale di Buddha. Ricevere un’iniziazione significa ricevere una trasmissione di energia positiva, che permette di creare le cause per ottenere le stesse qualità della Divinità.

28 giugno, pomeriggio: il Dalai Lama terrà una conferenza pubblica sul tema “La felicità al di là della religione”, in cui illustrerà un approccio positivo alle problematiche esistenziali della società umana per suggerire un’etica ideale comune a tutte le persone, che vada oltre i particolarismi e i dogmi delle singole religioni. Con la speranza di illuminare le scelte fondamentali sopratutto in momenti di cambiamenti epocali come quello che stiamo attraversando.

COME PARTECIPARE
Per accedere alle due giornate è possibile iscriversi tramite internet. Il contributo richiesto ha l’unico scopo di coprire le spese organizzative.

DOVE
Mediolanum Forum di Assago – Via Giuseppe Di Vittorio, Assago (Mi)

Per saperne di più www.dalailama-milano2012.org