Al lavoro o a scuola ti distrai spesso? Medita!

meditationA quanto pare, la meditazione migliora il controllo della memoria da parte di chi la pratica con costanza e favorisce la concentrazione perché regola le onde alfa del cervello. Ad affermarlo è un team di ricercatori del Massachusetts General Hospital, dell’Harvard Medical School e del Massachusetts Institute of Technology (MIT) che ha pubblicato uno studio sulla rivista Brain Research Bulletin.

Catherine Kerr, co-autrice dello studio, spiega che tutto dipende dalle cellule cerebrali che si servono di particolati frequenze, o onde, per regolare il flusso di informazioni; le onde alfa, attive nelle cellule che riguardano i processi della vista e del suono nella corteccia cerebrale, ovvero lo strato più esterno del cervello, hanno la funzione di sopprimere le sensazioni irrilevanti o le distrazioni.

Nella ricerca un gruppo di volontari ha seguito un programma di meditazione e autoconsapevolezza della durata di otto settimane; è risultato che la più rapida modulazione di quello che viene chiamato “ritmo alfa” ha fornito ai soggetti studiati migliori capacità di focalizzazione e concentrazione.

La dimostrazione che meditare non è una perdita di tempo.

[fonte: La Stampa]

Tao Te Ching

yin_e_yangIl Tao Te Ching è un testo antichissimo: scritto da Lao Tse, personaggio vissuto nel VI sec. a.C. e considerato, oltre che il fondatore del Taoismo, una delle maggiori figure della filosofia cinese, è tuttora molto amato e molto letto. Si tratta di un libello diviso in 81 capitoletti che spiegano il Tao. Definire cosa sia il Tao non è semplice: spesso tradotto come “la via”, può essere considerato “il modo in cui l’universo funziona”.

Dunque il Tao Te Ching è il libro sulla natura del Tao, cioè sulla natura dell’universo. In 45 pagine Paola Giovetti, che ne ha curato la traduzione (o meglio, l’interpretazione) dal cinese, rende semplice e chiaro il senso dell’opera, così antica e così attuale nel suo insegnamento di accettazione, fluidità, vuoto, armonia tra Yin e Yang.

“Accetta e diverrai completo.
Piegati e starai dritto.
Vuotati e sarai pieno.
Logorati e ti rinnoverai.
Con poco riceverai molto.
Con molto sarai confuso.
Per questo il saggio accetta il mondo
come il mondo accetta il Tao.
Non si mostra, e per qusto appare.
Non si esibisce, e per questo è riconosciuto.
Non si vanta, e per questo ha meriti.
Non lotta, e per questo ha successo.
Non contende, e nessuno contende con lui.
Come può essere considerato parola vuota
l’antico detto ‘L’imperfetto è completo’?
Credi nella completezza e il mondo sarà la tua casa.”

Consigliato a chi desidera avvicinarsi al Taoismo ma anche a chi è curioso di osservare l’universo da una nuova prospettiva.

tao-te-ching-verdechiaroTao Te Ching
Lao Tse
Verdechiaro edizioni
10,00 euro

Che imbarazzo!

imbarazzoCi sentiamo osservati, infastiditi, giudicati… insomma, siamo in imbarazzo. Si tratta di una delle reazioni più comuni, ma da dove nasce? La risposta arriva da un team di ricerca dell’Università della California che ha condotto un esperimento su alcuni soggetti al karaoke, registrandone le reazioni durante le esibizioni canore.

Lo studio ha ‘localizzato’ l’imbarazzo e la vergogna di se stessi in una parte del tessuto dell’emisfero destro del cervello, la corteccia cingolata anteriore pregenuale. Più questa regione del cervello si attiva, maggiore è l’imbarazzo che ne consegue e viceversa.

La ricerca ha anche evidenziato come pazienti affetti da malattie neurodegenerative abbiano mostrato una maggiore indifferenza nei confronti dell’esibizione pubblica e delle stonature.

[Fonte: Time]

L’arte della compassione

dalai_lama“Dopotutto siamo animali socievoli. Senza l’amicizia e il sorriso le nostre vite ci appaiono miserabili e la solitudine diventa intollerabile”. Lo afferma il Dalai Lama in una delle primissime pagine del libro che ha dedicato alla compassione, la capacità dell’essere umano di sintonizzarsi sugli altri e di aiutarli, comprenderli, accettarli.

Secondo Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, non possiamo dimenticarci dell’interdipendenza che ci lega agli altri: nessuno può vivere una vita felice in completa solitudine, il nostro bisogno d’amore, di affetto e gentilezza è troppo grande perché possiamo permetterci di evitare il confronto con chi ci sta accanto.

Nel libro la compassione è vista come mezzo per la felicità personale e dei popoli proprio in virtù dell’interconnessione globale che ci lega. E poi una vita in cui si pratica la compassione è “conveniente”: evita le guerre, è fonte di successo, tiene in piedi relazioni e matrimoni, fa bene al fisico, fa bene al pianeta dato che esercitare l’amore, l’ascolto e l’aiuto verso gli altri ci predispone anche a prenderci cura della nostra casa globale, la Terra.

Bisogna cercare di rimuovere odio e rabbia, emozioni che schiavizzano l’essere umano e che sono portatrici di atteggiamenti negativi, per favorire emozioni positive. E lavorare sulla spiritualità: i concetti di amore, compassione e perdono sono comuni a tutte le religioni, dunque sviluppare la fede, la tolleranza e la cooperazione risulta il primo passo per creare una religione universale, quella della compassione, che possa “funzionare” sia per i credenti sia per gli atei, garantendo a tutti la serenità.

Quello che colpisce di questo testo non è solo la semplicità con cui il Dalai Lama affronta un tema così importante, ma soprattutto la sua estrema umiltà, il suo porsi individuo tra gli individui e portare la propria esperienza come esempio.

Un libro per chi desidera crescere spiritualmente, ma anche per chi non crede che la crescita spirituale possa migliorare effettivamente la quotidianità personale.

Dalai Lama
L’arte della Compassione
ed Sperling & Kupfer